fbpx
Flayer del Museo della Stasi a Berlino.

Il Museo della Stasi a Berlino. Tutto quello che c’è da sapere.

L’edificio “Haus 1”, nella via Normannenstraße a Berlino Est, è stato la sede del Ministero per la Sicurezza dello Stato – Ministerium für Staatssicherheit – comunemente conosciuto come Stasi, la polizia segreta della Repubblica Democratica Tedesca (DDR).

Oggi, l’edificio è aperto al pubblico e ospita il Museo della Stasi di Berlino, uno dei musei della capitale tedesca più importanti per quanto riguarda la storia della DDR. Il museo ripercorre cos’era la Stasi, come operava e com’è terminata oltre a fare luce sulle persone che l’hanno diretta.  

Prima però di scoprire come visitare il Museo della Stasi, gli orari di apertura e il prezzo dei biglietti, è bene fare un piccolo passo indietro e fare chiarezza sulla polizia segreta della Germania Est.

Che cos’è la Stasi

Emblema della Repubblica Democratica Tedesca posto nel Museo della Stasi di Berlino.

La Stasi fu creata nel 1950, esattamente un anno dopo la costituzione della neonata DDR. Fu istituita su modello della Čeka, la polizia politica bolscevica che dalla Rivoluzione russa fino al 1922 eliminò la maggioranza degli oppositori politici del nuovo regime.

Questa nuova “polizia” socialista era definita “scudo e spada del partito”, che nella DDR era uno solo, la SED anche nota come Partito di Unità Socialista di Germania (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands).

La Stasi aveva quindi come obiettivo quello di difendere il monopolio o sarebbe meglio dire la dittatura politica di questo monopartito. Lo faceva attraverso un sistema di controllo, minacce, ricompense e privilegi.

Fungeva in pratica da polizia segreta, servizi segreti e polizia criminale e aveva le proprie forze armate e le proprie carceri.

Come operava la Stasi

Una macchina fotografica usata dalla Stasi.

La difesa dello Stato socialista era resa possibile da tantissime persone che rendevano la Stasi uno dei più grandi apparati di sicurezza segreti al mondo. Basti pensare che nel 1989 aveva ufficialmente 91.000 dipendenti a cui si associavano 189.000 collaboratori non ufficiali. Una cifra immensa, in pratica 1 persona su 90 della popolazione della DDR lavorava per la Stasi.

Questi collaboratori erano anche la parte più importante del sistema, perché raccoglievano informazioni su tutti coloro che li circondavano. Familiari, amici, vicini di casa e colleghi di lavoro erano infiltrati a tutti i livelli della società.

Una volta appresa una dichiarazione compromettente o notato un comportamento sospetto, l’informazione passava al quartier generale della Stasi e da lì partivano le squadre operative addette allo spionaggio. Potevano entrare benissimo negli appartamenti, fotografare le cose con una polaroid per poi frugarle e grazie alle foto rimettere tutto esattamente com’era.

Installavano microfoni negli apparecchi telefonici e nelle stanze dell’appartamento fino ad arrivare ad installare macchine fotografiche travestite da nidi per uccelli davanti casa. Da quel momento cominciavano a spiare tutti gli aspetti della vita di una persona per confermare eventuali sospetti.

Tutto questo materiale raccolto finiva negli archivi del quartier generale che si può definire un vero e proprio monumento alla sorveglianza, basti pensare che l’archivio contiene 111 km di documenti, in chiaro o in frammenti (molti furono distrutti ma conservati).

Questi documenti dopo la caduta del Muro sono liberamente consultabili dai cittadini tedeschi per capire come erano state usate le informazioni contro di loro. Dall’impedire di iscriversi all’università o di fare un viaggio all’estero, alla confisca illegittima di proprietà private fino all’arresto e alla tortura.

Quanti spioni vennero scoperti e quanti traumi nello scoprire che persone ritenute fidate in realtà spiavano per conto della Repubblica Democratica Tedesca. Il film “Le vite degli altri” ha ricostruito magistralmente questo ambiente di spionaggio e sospetto.

Il quartier generale della Stasi a Berlino

Edificio del Museo della Stasi a Berlino.

Il complesso che oggi ospita il Museo della Stasi fu costruito negli anni ’30 per ospitare l’ufficio delle tasse del quartiere di Lichtenberg, uno dei quartieri di Berlino che rimarranno nella zona orientale.

Nel 1961, anno della costruzione del Muro di Berlino, fu ristrutturato con l’aggiunta di nuovi edifici per ospitare la Stasi, sotto la guida del suo direttore, il ministro ad interim della sicurezza dello Stato, Erich Mielke.

Fino alle sue dimissioni nel 1989, Mielke fu uno dei principali responsabili dell’espansione degli organi di sicurezza della zona di occupazione sovietica e della DDR e del relativo sistema globale di controllo, sorveglianza e repressione.

Oggi possiamo conoscere l’operato della Stasi e visitarne gli uffici conservati nel loro stato originale grazie al valore di decine di manifestanti che hanno occupato l’edificio nel gennaio del 1990. Questo ha permesso la salvaguardia e la conservazione dell’immenso archivio del ministero.

Nel novembre dello stesso anno fu fondata da attivisti per i diritti civili l’associazione Antistalinistische Aktion Berlin-Normannenstraße con il fine di proteggere il materiale originale. Oggi è proprio questa associazione a curare il Museo della Stasi di Berlino.

Il Museo della Stasi di Berlino

Esposizione posta all'interno del Museo della Stasi.

Fra le attrazioni di Berlino che hanno a che vedere con la Guerra Fredda va annoverato il Museo della Stasi. Dal 2015 è infatti possibile visitare le stanze con gli allestimenti originali dove Mielke e il suo staff hanno diretto il Ministero per la Sicurezza dello Stato in una mostra posta su tre piani.

Il primo piano del museo è dedicato agli inizi della Stasi, dalla zona di occupazione sovietica fino alla nascita del ministero e al modo in cui erano selezionati i dipendenti e le spie.

Il secondo piano è la parte centrale del museo con le stanze di Mielke e dei suoi più stretti collaboratori.

Al terzo piano, la mostra pone lo sguardo sul funzionamento della Stasi e sulle tecniche utilizzate per spiare i concittadini. Si possono vedere attrezzature di sorveglianza originali come cimici e macchine fotografiche nascoste così come armi e uniformi.

La mostra si occupa anche dei movimenti di resistenza dentro la DDR e sulla profonda influenza che il Ministero per la Sicurezza dello Stato ha avuto in tutti i settori della vita della Germania Est, dalla cultura allo sport. Se non sai ancora cosa fare a Berlino questo museo è uno dei musei da prendere in considerazione.

Approfondire la storia della Stasi con una guida turistica italiana

Una guida turistica di Berlino difronte al Palazzo del Reichstag, il Parlamento tedesco.

Noi di GUIDEinTOUR proponiamo un tour specifico sulla storia di Berlino durante i 40 anni di governo della DDR. Si tratta del Tour Berlino comunista e il Muro.

Parliamo più in generale della storia di Berlino Est e del Muro anche nel nostro Free Walking Tour di Berlino. Saremo felici di poterti accompagnare con le nostre visite guidate alla scoperta di uno dei periodi più importanti del secolo XX.

Informazioni importanti per visitare il Museo della Stasi di Berlino

Entrata al Museo della Stasi a Berlino.

Orari di apertura

Il Museo della Stasi di Berlino è aperto ai seguenti orari:

Dal lunedì al venerdì: dalle ore 10.00 alle ore 18:00.

Il sabato e la domenica: dalle ore 11.00 alle ore 18.00.

Prezzo del biglietto

Intero: 8€

Studenti universitari: 6€

Studenti da 12 anni: 3€

Minori di 12 anni: gratis

Come arrivare al Museo della Stasi

Con i mezzi pubblici di Berlino: metropolitana linea U5 o bus 240 fino alla fermata Magdalenenstraße.

La capitale tedesca è come un libro di Storia a cielo aperto, ti invito a venire a scoprirla con le nostre visite guidate di Berlino.

Io sono Iacopo Buonaguidi, una delle guide di GUIDEinTOUR. Chissà, magari ci conosceremo proprio al punto di ritrovo dei nostri tour.

Per scoprire ulteriori dettagli sull’autore di questo articolo, ti invitiamo a visitare il suo profilo con un semplice clic: Iacopo Buonaguidi.

… leggi gli altri articoli nel Blog di Berlino