Il Campo di concentramento di Dachau
Il Campo di concentramento di Dachau
Passeggiando per le incantevoli strade del centro con il nostro Free Tour di Monaco di Baviera, si viene subito catturati dallo scintillio delle vetrine, dal vivace via vai delle persone, dalla storia che si respira tra i palazzi e i monumenti, fino ad arrivare alle tradizioni e ai sapori tipici che rendono questa città unica.
Si stenta a credere che in questa città ridente il neonato regime nazista abbia concepito il sistema di oppressione e morte dei campi di concentramento e sterminio.
Fu invece proprio qui, e non nella capitale Berlino, che i gerarchi nazisti idearono, durante il periodo di consolidamento del potere, la loro micidiale macchina repressiva.
Visitare Monaco, la culla del movimento nazista, è dunque una tappa necessaria per chiunque voglia esplorare questa pagina buia della storia tedesca, perché a poco più di 15 km da qui fu istituito il primissimo campo di prigionia, quello che rimase in funzione più a lungo: il Campo di concentramento di Dachau.
Dachau: il primo campo di concentramento del Terzo Reich
Oggi il Campo di concentramento di Dachau è un memoriale che ne preserva la memoria storica.
Qua si ricorda e approfondisce la sua storia attraverso mostre e biografie dei detenuti nonché degli aguzzini, preservando i luoghi autentici del terrore e ricostruendo quello che è andato perso dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il 22 marzo del 1933, a meno di un paio di mesi dalla nomina di Adolf Hitler a Cancelliere del Reich, membri dei gruppi paramilitari SA ed SS che facevano capo al Partito Nazista, furono autorizzati dal capo della polizia di Monaco di Baviera ad allestire un campo di prigionia provvisorio per la detenzione degli oppositori politici.
Fu scelta la cittadina di Dachau, ideale proprio in quanto in prossimità di Monaco e perché vi si trovava la vasta area di una fabbrica di munizioni e polvere da sparo in disuso.
Nei 12 anni dal marzo 1933 alla sua liberazione da parte dell’esercito americano nell’aprile 1945, Dachau fu luogo di prigionia, lavoro coatto, sevizie, privazioni, torture ed esperimenti medici per più di 200.000 prigionieri da tutta Europa, dei quali almeno 41.500 persero la vita.
A venirvi sfruttati e uccisi brutalmente furono principalmente oppositori del Partito Nazista, dissidenti, rappresentanti del clero, ebrei, omosessuali, sinti e rom, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e asociali.
Un luogo di deportazione e sterminio anche per molti italiani
Più di 9.500 furono gli italiani deportati a Dachau dai territori occupati dall’esercito nazista in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943.
Si trattò per la maggioranza di partigiani, sindacalisti, ebrei, detenuti nelle carceri militari e IMI, i soldati italiani prigionieri di guerra perché avevano opposto resistenza, rifiutando di collaborare con le forze occupanti.
Il trattamento riservato dalle SS ai prigionieri italiani fu particolarmente disumano, in quanto accusati dai nazisti di aver tradito il Patto di Acciaio, l’alleanza tra Regno d’Italia e Germania nazista sottoscritta nel 1939.
Insieme ai prigionieri di guerra sovietici e agli ebrei, gli italiani costituirono le categorie più bistrattate a Dachau e furono sottoposti dalle SS a degradazioni estreme, che ne causarono l’altissimo tasso di mortalità.
Il complesso di Dachau comprendeva sia il campo dei prigionieri, che occupava circa 2 ettari, che l’area molto più grande della scuola di addestramento delle SS, con caserme e fabbriche per circa 8 ettari.
La planimetria del campo e la sua organizzazione furono sviluppate personalmente dal Comandante Theodor Eicke, che in seguito esportò il “Modello Dachau” in tutti gli altri campi del Reich. Fu infatti proprio a Dachau che le SS misero a punto le loro strategie di disumanizzazione dei prigionieri.
Dalla fine della guerra alla nascita del memoriale
Nel corso dei decenni dalla liberazione ai giorni attuali, il campo ha assunto funzioni diverse, a seconda delle necessità politiche o sociali.
Inizialmente le forze di occupazione americane vi allestirono un campo profughi per i prigionieri liberati e, successivamente, utilizzarono le baracche come luogo di incarcerazione temporanea per gli aguzzini nazisti catturati e in attesa di processo.
Dal 1948 fino alla metà degli anni Sessanta il governo del Land bavarese adibì nuovamente le baracche a campo profughi, questa volta per i più di 2000 tedeschi sfollati dai territori facenti parte un tempo dell’Impero Tedesco, persi con la sconfitta del Nazismo.
Il memoriale attuale è stato inaugurato nel 1965 per iniziativa del Comitato Internazionale dei Sopravvissuti, a vent’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e con qualche anno di ritardo rispetto ai memoriali della Germania Est, ad esempio il Campo di concentramento di Sachsenhausen, nelle vicinanze di Berlino, dove il lavoro di ricordo dei crimini nazisti era già iniziato negli anni Cinquanta.
Cosa viene visitato del Memoriale del Campo di concentramento di Dachau?
Torre del Campo di Dachau e cancellata
Come in altre aree del sistema concentrazionario, Dachau fece da apripista, a partire dall’entrata.
Fu infatti il primo campo ad avere sul cancello d’ingresso il motto sbeffeggiante “Arbeit macht Frei”, il lavoro rende liberi, voluto personalmente dal leader delle SS e primo comandante del campo Heinrich Himmler e fonte di scherno per i prigionieri che quotidianamente la oltrepassavano.
Ufficio Amministrativo del Campo
Nel centro direzionale venivano gestiti tutti gli affari amministrativi del campo e dei suoi campi satellite.
I prigionieri di Dachau furono infatti sfruttati in larga scala come lavoratori forzati nella produzione bellica.
Le SS istituirono a tal fine numerosi sottocampi presso le fabbriche di armamenti. Dachau ne aveva una rete di 140, quasi tutti in Baviera. Il palazzo è attualmente sede della mostra permanente.
Caserma delle SS
Dachau è stato un importantissimo centro addestramento per i membri delle SS responsabili della costruzione e supervisione dei campi di concentramento.
Le strategie del terrore sistematico e mirato messe in atto dalle SS sono state apprese qui. Tra i peggiori criminali contro l’umanità istruiti proprio a Dachau si ricordano Rudolf Höß, che fu poi comandante di Auschwitz, e Adolf Eichmann, il cui processo a Gerusalemme nel 1961 ispirò ad Hannah Arendt il saggio “La Banalità del Male”.
Piazza dell'Appello
Questo ampio spazio vuoto di fronte al viale alberato costeggiato da grandi rettangoli ad intervalli regolari è stato per 12 anni un luogo di umiliazione e disumanizzazione quotidiana.
Qui i prigionieri venivano chiamati all’adunata almeno due volte al giorno per il conteggio e la divisione del lavoro. Qui erano anche costretti ad assistere alle punizioni corporali ed alle esecuzioni pubbliche dei loro compagni.
Il commovente Monumento Internazionale di Nandor Glib è stato eretto in memoria della loro sofferenza nel 1968. I colori nei triangoli di vetro che lo fiancheggiano non sono casuali ma corrispondono alle categorie assegnate ai prigionieri dalle guardie naziste.
Baracche dei Prigionieri
Parzialmente ricostruiti, gli alloggi dei prigionieri presentano al visitatore una panoramica cronologica delle condizioni di vita all’interno del campo.
È interessante rammentare qui una particolarità di Dachau, ossia che tre baracche simili a queste ricostruite furono adibite dalle SS al Blocco dei Religiosi, per la detenzione di membri del clero da tutta Europa. Addirittura, una baracca intera era riservata solamente ai numerosissimi religiosi polacchi deportati.
In origine istituito come campo di concentramento prettamente maschile, nell’agosto 1944 vi fu creato un intero blocco per prigioniere deportate per la maggioranza dall’Est Europa.
Fossa per le Fucilazioni e Forca
Dachau è storia, memoria e contemplazione. Non a caso, proprio a in prossimità del fossato dove le guardie SS eseguivano esecuzioni sommarie, sono stati eretti nel corso degli anni diversi luoghi di culto, dove poter passare qualche minuto in raccoglimento e preghiera.
Vi si trovano infatti un memoriale ebraico, una cappella cattolica, una piccola chiesa luterana, una cappella russo-ortodossa in legno e un convento carmelitano.
Blocco delle Camere a Gas e Crematorio
Uno dei punti di forza che rende una visita al campo di concentramento di Dachau un’esperienza forte e indimenticabile è che, a differenza di tanti altri campi nazisti, qui il settore dello sterminio è rimasto completamente intatto.
Sono infatti visitabili sia il primo forno crematorio del 1940, sia la Baracca X con le camere a gas, celate dietro al nome fittizio di “docce per la disinfezione”, e i 4 forni crematori, davanti ai quali avevano anche luogo impiccagioni.
L’intero settore fu completato nel 1942. Nei mesi precedenti la liberazione, allo scopo di liquidare il campo e i suoi testimoni, furono brutalmente uccisi dai nazisti decine prigionieri.
Blocco degli Esperimenti Medici
A partire dal 1941, Dachau fu un centro di enorme rilievo per la sperimentazione medica nazista.
Nelle sale operatorie dell’infermeria furono condotti, tra gli altri, esperimenti di ipotermia, di resistenza ad alta quota, e di sopravvivenza con acqua marina per la Luftwaffe, l’aeronautica militare nazista.
Non meno di un centinaio di prigionieri inermi hanno perso la vita causa di una ricerca medica sadica e disumanizzante.
Visita al Memoriale di Dachau
Il Memoriale offre visite guidate per singoli visitatori, che includono il sito del campo, edifici storici e sezioni della mostra permanente.
Le guide sono solo in inglese, tutti i giorni alle ore 11:00 e alle 13:00, hanno una durata di 2 ore e 30 minuti e sono acquistabili al centro visitatori al costo di 4€ a persona. Non è possibile prenotare. Sono presenti anche le audioguide in italiano al prezzo di 4,50€.
In alcuni periodi dell’anno proponiamo anche una visita guidata al Campo di concentramento di Dachau con partenza e ritorno da Monaco, con una delle nostre guide italiane certificate. Controlla sul sito per vedere la disponibilità.
Orari di apertura
Il Memoriale, inclusi il centro visitatori e le esposizioni, è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00.
L’unico giorno di chiusura è il 24 dicembre.
Come raggiungere il campo di concentramento di Dachau
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Trasporti pubblici di Monaco di Baviera: Da Monaco, prendere la linea S2 della S-Bahn in direzione Dachau/Petershausen. Dalla stazione di Dachau, il bus n. 726 vi porterà alla fermata “KZ-Gedenkstätte”. Si consiglia di acquistare un biglietto giornaliero “Single” o “Partner” per le zone M-1, utilizzabile sia per la S-Bahn che per il bus.
- In auto: Il parcheggio si trova in Alte Römerstraße 73, 85221 Dachau, ed è a pagamento.
Spero che questa panoramica ti sia d’aiuto per orientarti nella visita a questo luogo così emblematico, un sito di memoria e riflessione che ci invita a non dimenticare le lezioni del passato.
Se hai domande inviaci una mail a: info@guideintour.it
Ti aspetto al nostro punto di ritrovo e chissà, magari ci conosceremo di persona proprio durante le nostre visite guidate di Monaco di Baviera!
Questo articolo è stato scritto da Federica Ligarò, storica specializzata sul periodo nazista, guida e divulgatrice culturale in Germania. Puoi vedere alcuni articoli scritti da Federica in questo link.