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La Trabant - Trabi è l'auto simbolo della Germania Est e di Berlino comunista. A Berlino puoi vederne molte parcheggiate.

La Trabant – l’auto simbolo della DDR fra le strade di Berlino.

Durante il Free Tour di Berlino passiamo davanti ad una rimessa dove fuori si vedono molte auto un po’ datate, dalla linea particolare e dai colori sgargianti.

Sono veicoli che richiamano subito l’attenzione. Molte volte, ancora prima che possa affrontare il tema, qualcuno del gruppo si avvicina e mi chiede cosa siano quelle auto così curiose.

Per questa ragione ho deciso di scrivere un articolo su l’auto che ha incarnato lo spirito di un’intera epoca; sto parlando della mitica Trabant e di Berlino Est.

La Trabant: il simbolo di un’epoca

Trabant in sosta in un parcheggio di Berlino Est, la ex Berlino comunista.

La Trabant, la “macchina del popolo” della DDR – Deutsche Demokratische Republik – Repubblica Democratica Tedesca (RDT) – per decenni è stata considerata il marchio simbolo della Germania Est. Dall’inizio della produzione in serie ne sono state prodotte circa 4 milioni nello stabilimento della Sachsenring Automobilwerk Zwickau – Fabbrica di automobili Sachsenring della città di Zwickau.

La fabbrica era appartenuta all’Audi-Horch fino al 1945 e alla fine della guerra viene requisita dall’esercito sovietico. I motori venivano forniti dalla Barkas, un’industria con sede nella città Karl-Marx-Stadt, oggi Chemnitz, a sud di Lipsia.

L’auto doveva incarnare lo spirito del suo tempo, spartana, compatta ma soprattutto… comunista. L’influenza sovietica è chiara in tutti gli aspetti e non sono mancati i simboli propagandistici.

La costruzione inizia ufficialmente il giorno del 40° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Il nome “Trabant” – satellite accompagnante – è in onore dello Sputnik 1 e dei successi della conquista spaziale sovietica.

L’auto dei primati che diventerà un mito

Foto degli interni della Trabant, l'auto della Germania comunista.

Nella Germania Est alcune materie prime erano scarse e i costi di produzione dovevano restare bassissimi. Questo non ha sicuramente facilitato il lavoro degli ingegneri però ne ha sicuramente incrementato la fantasia. La Trabant, o semplicemente Trabi, è un’auto che ha conquistato molti primati.

Prima automobile di sempre ad essere realizzata con la plastica e la prima della storia ad essere costruita con stoffe riciclate. Per questo la carrozzeria delle Trabant non fa mai ruggine, è creata con lana e cotone riciclati impregnati di resine.

Materiali sicuramente più economici rispetto alle costose carrozzerie in lamiera, anche se rallentavano enormemente la produzione visto che l’indurimento delle resine richiedeva molto tempo.

Per inciso, spesso si sostiene falsamente che la sua carrozzeria sia fatta di cartone. Questo non è vero. Però la cattiva fama è bastata per conferire all’auto della RDT il poco lusinghiero soprannome di “Porsche di cartone”.

In più di 30 anni sono stati prodotti solo 3 modelli. Il primo “P 50” nel 1958 al quale seguì la “Trabant 500” nel 1960. Ma il più famoso è sicuramente il “Trabant 601“. Uscito dalla catena di montaggio a partire dal 1964 e prodotto, immutato, per 25 anni fino al 1989.

La “Trabant 601” era alimentata da un piccolo motore a due tempi di 600 centimetri cubi raffreddato ad aria con 26 CV. Con condizioni favorevoli arrivava ad una velocità massima di 120 Km/h.

La Trabant e la decadenza economica della DDR

Una turista fotografando una Trabant a Berlino.

Per il sistema socialista messo in piedi dalla Repubblica Democratica Tedesca non dovevano esistere lussi ma solo diritti e un diritto vale solo se è uguale per tutti. Le difficoltà economiche della DDR hanno reso necessaria la costruzione della “Trabant 601” per troppo tempo. Dare a tutti un nuovo modello era impossibile.

Anche se già negli anni Sessanta si era capito che la piccola due tempi era ormai superata, la produzione non poteva essere interrotta per l’impossibilità di sostenere il cambio della produzione.

La Trabant, quindi, offre anche un’ottima chiave di lettura della parabola decrescente dell’economia della DDR. Quella che agli inizi degli anni ’60 era un’auto di tutto rispetto che poteva competere con le auto dell’ovest, alla fine degli anni ’80 non poteva più reggere il confronto con il mondo occidentale.

Non dobbiamo dimenticare che parliamo di un sistema in cui ogni forma di protesta era schiacciata dalla mancanza di libertà. Ai cittadini venivano richieste constanti dichiarazioni di devozione. Esprimere dissenso era impensabile.

Anche se il malcontento cresceva, soprattutto nelle nuove generazioni, le Trabi venivano curate e restaurate con grande attenzione. Dobbiamo considerare che la lista di attesa per riceverne una nuova poteva durare anche più di 10 anni.

La caduta del Muro di Berlino e la fine della produzione delle Trabi

La Trabant sfonda simbolicamente il Muro di Berlino

La piccola Trabi ha vissuto un periodo difficile dopo la caduta del Muro di Berlino. Frotte di cittadini della Germania orientale arrivavano ad ovest con le loro “auto del popolo” e venivano guardati con arroganza e superiorità.

Ci sono molte battute sui cugini dell’est e la Trabant inizia ad essere chiamata anche “mummia con un pacemaker”. Quest’auto è la prima cosa che si nota quando arrivano i cittadini della ex Germania orientale e non mancano le prese in giro sulla macchina fatta di stracci che va a miscela.

Nei bar di Berlino Ovest si racconta del ricco americano che vuole avere l’auto più esclusiva del mondo e gli dicono che è proprio la Trabant perché, per averne una, la lista d’attesa è di 10 anni. Lui la ordina subito ed essendo un pezzo grosso occidentale, viene naturalmente fornito subito. Quando riceve la sua Trabant esclama: “Questa è davvero l’auto più esclusiva del mondo! Quando ne ordini una ti mandano anche un piccolo modellino di plastica in anticipo!”

Questa barzelletta incarna allo stesso tempo molti luoghi comuni. Un piccolo esempio che serve anche per capire le difficoltà che ha dovuto gestire la Germania dopo il 1989. L’unificazione politico-economica era un passo assai più semplice di quella culturale. Persone che per 40 anni erano cresciute con modelli sociali e culturali completamente diversi e che avevano difficoltà a capirsi.

È stato fatto un tentativo per continuare la produzione della Trabant dopo il 1989 con il motore Volkswagen della prima Polo. Solo che ormai la carrozzeria di stracci riciclati era il simbolo lampante di una società arretrata e di una dittatura che tutti volevano lasciarsi alle spalle. La produzione è ufficialmente interrotta il 30 aprile del 1991.

Mentre prima della caduta del Muro le auto erano sempre state curate perché semplicemente non c’erano alternative, dopo il 1989 era abituale vederle addirittura abbandonate in discariche spontanee sul ciglio delle strade.

La Trabant oggi

Una Trabant è parcheggiata su una strada di Berlino.

La “Porsche di cartone” era un tempo un oggetto quotidiano ricercato mentre oggi è minacciato dall’estinzione. Fino ad una quindicina di anni fa si potevano acquistare a prezzi veramente irrisori. Ma con il passare del tempo sono diventate più rare e il prezzo è in costante aumento. Ci sono sempre meno Trabant registrate e la tendenza è in calo.

A Berlino però le cose vanno in contro tendenza. Non è raro vedere giovani alla moda che “sfrecciano” sulle loro Trabant. In più, per tornare all’inizio di questo articolo e al piazzale che desta la curiosità dei partecipanti alla visita guidata di Berlino, esistono molte imprese che le affittano ai turisti per qualche ora.

Negli ultimi anni, poi, è nato un nuovo fenomeno culturale, la “Ostalgie“. Indica un sentimento nostalgico sviluppatosi nella ex Germania orientale a seguito della scomparsa della DDR. È l’unione fra la parola Est – Ost in tedesco – e Nostalgie – nostalgia. Oltre a essere un sentimento, l’Ostalgia è un fenomeno di consumo e la Trabi è il suo oggetto di culto per eccellenza.

Se verrai a nella capitale tedesca, quindi, avrai sicuramente l’occasione di osservarla per le strade dei quartieri di Berlino, con l’immancabile scia di fumo e l’odore di miscela che si lascia alle spalle.

Se vuoi approfondire la storia di Berlino durante la Guerra Fredda ti consiglio di partecipare al nostro Tour Berlino comunista e il Muro.  

Una visita guidata nei luoghi simbolo della DDR e nella vita quotidiana dei cittadini che vivevano “dall’altro lato del Muro” fra propaganda, repressione, speranza di un futuro migliore e desiderio di libertà.

Per scoprire ulteriori dettagli sull’autore di questo articolo, ti invitiamo a visitare il suo profilo con un semplice clic: Iacopo Buonaguidi.

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