Con il nostro Free Tour di Berlino visitiamo il meglio del “centro storico”, ma ci sono molte attrazioni che meritano di spostarsi fuori dal centro della città, sicuramente una di queste è il Palazzo di Charlottenburg (Schloss Charlottenburg).
Situato nella zona nord-ovest di Berlino, nell’omonimo quartiere di Charlottenburg, è un esempio di architettura barocca e rococò degli inizi del ‘700.
Il Palazzo di Charlottenburg si affaccia su un bellissimo parco di 55 ettari con fontane, laghi, alberi centenari e cammini idilliaci. Il parco è sempre aperto nelle ore diurne e passeggiare al suo interno è una delizia per i 5 sensi in tutte le stagioni dell’anno.
Anche gli interni del palazzo sono visitabili, rientrano nei primi 15 musei di Berlino per numero di ingressi, e ti accompagnerà nella visita la Dea della Fortuna posta sulla sommità della cupola del palazzo.
Berlino diventa la capitale di un regno, il Palazzo di Charlottenburg è il suo simbolo
La costruzione del Palazzo di Charlottenburg risale alla fine del 1600. Un regno è appena nato: la Prussia. Alla base di tutto c’è una famiglia, gli Hohenzollern, i cui capostipiti, in epoca medioevale si erano insediati in una regione poverissima, la Marca di Brandeburgo con Berlino come capitale.
Quella Marca medioevale era cresciuta d’importanza fino alla nascita del regno di Prussia nel 1701 con Federico I di Hohenzollern. È stato proprio Federico I a decidere la costruzione del Palazzo di Charlottenburg nei boschi a nord-ovest di Berlino. Un grande palazzo era il miglior modo per celebrare il suo nuovo potere e le sue aspirazioni di grandezza.
Qua si apre simbolicamente quel cammino che porterà alla formazione dell’Impero Tedesco, il cosiddetto Secondo Reich, passando dalle guerre di futuri re come Federico il Grande fino al cancelliere Bismarck. La prima pietra di questo cammino di potere e conquista viene posta simbolicamente con la costruzione del Palazzo di Charlottenburg.
Una nuova potenza era nata, con il suo nuovo palazzo per celebrarsi e Berlino cessava di essere una città al margine della storia. La scalata degli Hohenzollern e della Prussia arriverà ad influenzare drammaticamente anche il Novecento, con l’imperatore Guglielmo II e la Prima Guerra Mondiale fino al nazismo e alla Seconda Guerra Mondiale.
Due regine Hohenzollern e il Palazzo di Charlottenburg
Il casato degli Hohenzollern, considerando che la famiglia ha regnato su Berlino per più di 500 anni, ha avuto moltissime regine. Due di loro però sono rimaste impresse nell’immaginario popolare ed entrambe sono legate al Palazzo di Charlottenburg.
Alla prima, Sophie Charlotte, il palazzo deve addirittura il nome. Charlotte è stata la prima regina prussiana, moglie di Federico I. Quando il re sposò Sophie Charlotte, le regalò un lotto di terra alle porte di Berlino per costruire il suo palazzo estivo. La regina però ha potuto godere poco della nuova residenza a causa della sua prematura morte e il consorte dette in suo onore il nome Charlottenburg – Burg in tedesco vuol dire castello, roccaforte – al palazzo e alla zona intorno, ossia l’omonimo quartiere di Berlino.
Quasi un secolo dopo un’altra Hohenzollern ha lasciato una importante presenza al palazzo, la Regina Luisa, madre di Guglielmo I, colui che si convertirà nel primo imperatore tedesco. Era una regina molto popolare ed è stata uno dei simboli del nazionalismo prussiano di fine ‘800.
La regina amava enormemente il palazzo con i suoi giardini idilliaci. Dopo la sua morte, fu fatto costruire un grande Mausoleo per ospitarne la salma.
Il Mausoleo è oggi visitabile e nella cripta, oltre alla tomba di Luisa, si trovano i resti del marito Federico Guglielmo III e le tombe dell’imperatore Guglielmo I e della moglie Augusta.
Il Palazzo di Charlottenburg dagli inizi del’900 alla Seconda Guerra Mondiale
Il Palazzo di Charlottenburg ha subito variazioni, nuove costruzioni e abbellimenti sotto la direzione di molti re prussiani. Nonostante ciò dagli inizi del ‘900 non è stato più utilizzato come residenza reale, per essere trasformato in museo con i giardini aperti al pubblico.
Qualche decade più tardi, durante la Seconda Guerra Mondiale, gli è stato inflitto un colpo durissimo. In particolar modo con un bombardamento la notte del 23 novembre 1943 che ha provocato la distruzione del 70% dell’edificio. Oltretutto, appena terminata la guerra il palazzo è stato anche saccheggiato dai berlinesi in cerca di materiali che aiutassero la loro sopravvivenza.
Per fortuna un gran parte del mobilio, delle sculture e dei quadri erano state messe in salvo all’interno di bunker o negli scantinati dello stesso palazzo.
Come per ironia, il palazzo simbolo degli inizi del potere prussiano giaceva in rovina. Un esempio inequivocabile della fine dei sogni di potere e conquista iniziati con la fondazione del regno del 1701.
Il dopo guerra: un futuro incerto per il Palazzo di Charlottenburg
La ricostruzione del Palazzo di Charlottenburg non era per nulla scontata alla fine degli anni ’40. Per ricostruire edifici così sfarzosi c’era bisogno di tempo, soldi e maestranze, tre fattori che mancavano nell’immediato dopo guerra berlinese.
Inoltre, Berlino era stata divisa in 4 settori dai vincitori della guerra. Sia inglesi e americani che russi e francesi, non avevano nessuna intenzione di ricostruire edifici simbolo del militarismo della Prussia, il loro nemico più feroce durante la Prima Guerra Mondiale. Bisognava guardare in avanti al posto di ricordare un passato scomodo.
Il grande architetto Hans Schauron, colui che che qualche decade dopo costruirà la Nuova Filarmonica di Berlino, aveva presentato una richiesta ufficiale per la tutela di quello che restava del palazzo, ma la risposta è stata negativa. Era chiaro che le autorità alleate non avevano intenzione di ricostruire nulla di ciò che rappresentasse il militarismo prussiano.
Il sentimento anti Prussiano era così evidente che nel 1947 gli alleati hanno deciso per decreto la dissoluzione ufficiale della Prussia. Quello stato venuto alla ribalta alla fine del’600 e sconfitto nel 1918 cessava così di esistere definitivamente.
La Guerra Fredda e la ricostruzione del castello
Oggi possiamo visitare il Palazzo di Charlottenburg in tutto il suo splendore e considerarlo una delle principali attrazioni di Berlino.
Ma quando è stato ricostruito l’edificio se gli alleati non avevano interesse di farlo? La risposta non è così ovvia poiché è stata la Guerra Fredda a salvare Charlottenburg.
A Berlino Est i comunisti nel 1950 avevano deciso la distruzione totale del Palazzo Reale – l’attuale Humboldt Forum – che si trovava al centro della città sull’Isola dei Musei. Il quartiere Charlottenburg era ad Ovest, assegnato al settore britannico.
I simboli sono sempre importanti all’ora di smuovere le coscienze. Il ricordo dell’imperialismo prussiano diventava un problema di poco conto di fronte al pericolo dello stalinismo sovietico. Questa è la ragione alla base della ricostruzione del palazzo: c’era bisogno di differenziarsi. Mentre a Berlino Est i comunisti rimuovevano i monumenti di Berlino, ad Ovest venivano ricostruiti e mantenuti.
Per fortuna Hitler, dopo i primi bombardamenti su Berlino nel 1943, aveva dato l’ordine di fotografare nel dettaglio tutti gli edifici di interesse nazionale. Più di 500 mila foto tra le quali oltre 400 ritraevano nei dettagli il Palazzo di Charlottenburg con tanto di interni e mobilio.
Sulla base di queste foto, dal 1957, è stato possibile ricostruire l’edificio barocco anche nelle decorazioni degli interni. Il fatto che oggi possiamo passeggiare fra le sue eleganti sale è un piccolo miracolo dovuto alle molte contraddizioni della Guerra Fredda e alle giravolte della storia berlinese.
La visita al Palazzo e ai Giardini di Charlottenburg
Se hai qualche ora libera e ti chiedi cosa fare a Berlino durante il tuo soggiorno, ti consiglio di visitare lo Schloss Charlottenburg. Vale sicuramente la pena fare una passeggiata nei giardini reali o entrare per godersi la bellezza delle sale da ballo in stile barocco.
La maggior parte delle camere più belle appartengono agli appartamenti storici situati nella splendida Ala Nuova.
È possibile anche visitare gli appartamenti riccamente decorati in stile roccocò del Re Federico il Grande che ha risieduto al Palazzo di Charlottenburg fino alla costruzione del Palazzo Sanssouci nella vicina città di Potsdam.
Gli interni del palazzo sono visitabili dal martedì alla domenica ed è presente un servizio di audioguide in italiano.
Il parco con gli splendidi giardini (Schlossgarten Charlottenburg) sono sempre aperti al pubblico senza costi di entrata. Passeggiare fra le querce secolari e i bellissimi viali è una vera delizia.
È possibile anche visitare il Palazzo e i Giardini di Charlottenburg con noi di GUIDEinTOUR inserendolo nel percorso di un Tour Privato di Berlino.
Orari e biglietti per visitare il Palazzo di Charlottenburg
Orario di apertura degli interni del palazzo
L’orario di apertura degli interni del Palazzo di Charlottenburg cambia a seconda del periodo dell’anno.
Da aprile a ottobre: dal martedì alla domenica, dalle ore 10:00 alle 17:30.
Da novembre a marzo: dal martedì alla domenica, dalle ore 10:00 alle 16:30.
Lunedì: chiuso.
Prezzo del biglietto
Ci sono tre tipi di biglietti a seconda della parte del palazzo che vorrai visitare.
- Biglietto solo “Palazzo Vecchio” (Ticket Altes Schloss): Adulti 12€ / Studenti 8€
- Biglietto solo “Ala Nuova” (Ticket Neuer Flügel): Adulti 12€ / Studenti 8€
- Biglietto tutto incluso (Ticket Charlottenburg+): Adulti 19€ / Studenti 14€
Orario di apertura del parco e dei giardini
L’entrata al parco e ai giardini dello Schlossgarten Charlottenburg sono una delle cose da fare gratis a Berlino. Sono aperti tutti i giorni dalle 8:00 del mattino fino al tramonto.
Sono Iacopo Buonaguidi, una delle guide di Berlino di GUIDEinTOUR, spero che quest’articolo sul Palazzo di Charlottenburg sia stato di tuo interesse.
Se vuoi approfondire la conoscenza di questa incredibile città partecipa alle nostre visite guidate di Berlino. Ti accompagneremo attraverso la storia incredibile della capitale tedesca in tutte le sue sfumature.
Ti aspetto al nostro punto di ritrovo e chissà, magari ci conosceremo di persona!
Per scoprire ulteriori dettagli sull’autore di questo articolo, ti invitiamo a visitare il suo profilo con un semplice clic: Iacopo Buonaguidi.