Berlino, la vivace capitale della Germania, è famosa per la sua architettura eclettica. Tuttavia, molti sono all’oscuro dell’importante contributo degli architetti italiani a Berlino nel plasmare l’aspetto di questa affascinante metropoli.
In questo articolo, guidato dalla mia passione come architetto e guida turistica di Berlino, esploreremo il lavoro di alcuni degli architetti italiani che hanno lasciato un’impronta indelebile nella città, conferendo un tocco di genialità e bellezza italiana al panorama architettonico berlinese.
Preparati a scoprire l’incredibile eredità che questi talentuosi professionisti hanno lasciato a Berlino.
Berlino e gli architetti italiani contemporanei
Sono molti i segni italiani che si percepiscono fra e strade di Berlino! La stima che la città riserva per le tradizioni italiane è forte, storica e attualissima al contempo.
E se per i modelli architettonici ed urbanistici la Prussia del ‘600, ‘700 e ‘800 in cerca di ispirazione, guardò maggiormente alla Parigi del Re Sole, il Palazzo di Charlottenburg ne è un esempio, e poi all‘ideale mondo ellenistico con la Porta di Brandeburgo, realizzò invece e contemporaneamente intere collezioni di pinacoteche con le ricercate opere del rinascimento italiano, Raffaello, Botticelli, Martini, Bronzino e di antica scultura romana. Nei principali musei di Berlino troviamo tutt’oggi traccia di queste grandi opere.
Ma proprio gli italiani, nel campo dell‘architettura sono alcuni dei protagonisti, dopo la riunificazione del 1990 ed all’alba delle estese necessarie ricostruzioni della „nuova“ Berlino risorta dopo la caduta del Muro di Berlino (e anche questo fatto storico ha a che vedere con un Italiano) con tanti bravissimi ingegneri e architetti.
Scopriamone, tra i vari, sei con i loro culturali e funzionalissimi progetti e con le loro mirabili realizzazioni, che tra l’altro incontriamo proprio sul cammino dei nostri tour di Berlino o nelle immediate vicinanze.
ALDO ROSSI – poetica e armonia architettonica
Il celebre architetto italiano Aldo Rossi (1931-1997) ha lasciato un’impronta significativa a Berlino attraverso la sua partecipazione a diversi progetti, donandoci veri e propri brani di città altamente poetici ed evocativi, come dimostrano i suoi disegni.
Uno degli esempi più notevoli è la Stadtvilla in Rauchstraße, realizzata nel contesto del concorso di architettura Interbau nel 1984. Con un uso mirabile del mattone come elemento generatore di moduli, Rossi ha creato un’imponente presenza architettonica. Il suo vasto intervento sui blocchi lungo Kochstraße e l’intero isolato nel Quartiere Schützenstraße (1998), nelle vicinanze di Checkpoint Charlie, rappresenta un altro esempio significativo del suo genio creativo.
Prima degli anni ’90, il luogo in cui ora sorge il suo edificio quadrato colorato era solo un terreno incolto. A prima vista, l’insieme degli edifici trascende scenograficamente il fatto che sia stato costruito come “un tutto unito ed integrato”.
Questa lottizzazione storicizzata dell’isolato, che serviva da prototipo e base per i nuovi piani in sviluppo, si riflette anche nel design delle facciate, che si distinguono per i colori vivaci e gli stili assai diversificati. Questa geniale giustapposizione di elementi storici e funzionali, con locali commerciali, uffici, un edificio residenziale e un hotel, si nasconde dietro il diaframma principale.
Il sorprendente collage di sei diverse facciate caratterizza l’aspetto dei blocchi perimetrali. Inoltre, la graziosa riproduzione della facciata del cortile del michelangiolesco Palazzo Farnese a Roma rappresenta l’elemento culturalmente più rilevante. La copertura è un chiaro omaggio ai tetti mansardati di Parigi. Da non perdere sono anche i cortili interni, ricchi di dettagli curati e di un design ben studiato! L’intero complesso è un’esperienza divertente e coinvolgente!
In sintesi, Aldo Rossi ha lasciato un’impronta indelebile sulla scena architettonica di Berlino con i suoi progetti che incarnano una fusione armoniosa tra poetica e funzionalità.
La sua Stadtvilla in Rauchstraße e il complesso nel Quartiere Schützenstraße sono esempi straordinari del suo talento nel creare edifici che trasmettono emozione e bellezza. Rossi ha saputo cogliere l’anima della città e reinterpretarla attraverso la sua visione artistica unica, regalando a Berlino un patrimonio architettonico di valore incalcolabile.
GIORGIO GRASSI – I mattoni rossi a Potsdamer Platz 10
Il notevole architetto italiano Giorgio Grassi (1935) ha avuto l’onore di vincere il premio nel concorso di idee e di essere successivamente incaricato di progettare la “stecca” dei cinque edifici situati di fronte al complesso di Potsdamer Platz.
Grassi ha pianificato l’intero complesso dei cinque edifici, progettandone direttamente due. Il primo di questi, noto come Potsdamer Platz 10, rappresenta un luogo emblematico per i nostri tour, si tratta infatti del punto di ritrovo del nostro FREE TOUR DI BERLINO.
La sua forma cilindrica richiama la storica Vaterhaus, che un tempo era il fulcro della vivace vita berlinese della Belle Époque, ospitando il celebre locale Kempinsky. Gli altri quattro edifici seguono invece lo schema planimetrico tipico degli edifici statali prussiani, con una parte centrale arretrata rispetto alla strada e ali laterali sporgenti allineate ad essa.
Il materiale proposto per le facciate è il suggestivo connubio tra mattone rosso e pietra arenaria dorata! L’uso delle finestre rettangolari e regolari caratterizza tutti i fronti, trasformandoli in veri e propri fondali metafisici che contribuiscono all’ordine e all’operatività della scena urbana che si sviluppa in questo luogo straordinario!
La visione di Giorgio Grassi si riflette nell’armonia architettonica che permea l’intero complesso di Potsdamer Platz. La fusione tra elementi storici e funzionali, la scelta dei materiali e l’attenzione per i dettagli conferiscono a questi edifici una presenza affascinante e ben integrata nel contesto urbano. L’opera di Grassi rappresenta un’importante aggiunta al panorama architettonico di Berlino, arricchendo il cuore della città con un’eleganza senza tempo, e potrai ammirarla attendo l’inizio di un tour proprio al nostro Punto di Ritrovo!
VITTORIO MAGNAGO LAMPUGNANI – Analisi culturale ed eleganza
Vittorio Magnago Lampugnani (1951), oltre ad essere un rinomato storico, ha lasciato una frase emblematica che descrive in modo incisivo la situazione di Berlino durante l’era del Muro e gli effetti sociali ed economici che ne sono derivati sulla città: “Non è un’esagerazione culturalmente pessimista descrivere la situazione come apocalittica”. Queste parole catturano l’atmosfera di quel periodo turbolento, in cui Berlino si trovava divisa e affrontava sfide senza precedenti.
Inoltre, come disse David Bowie nel 1977, le sue canzoni berlinesi erano come “il canto disperato dell’ultimo romantico affacciato su un mondo ormai distrutto”. Queste parole evocano la sensazione di un’epoca di cambiamenti e trasformazioni profonde.
Nel 1997, Magnago Lampugnani ha partecipato alla progettazione della Kontorhaus, un elegante edificio a tipico blocco con un cortile coperto su Friedrichstraße 180-190 proprio all’angolo con la Kronenstraße, a Mitte, il più centrale fra i quartieri di Berlino.
Le facciate su strada sono state realizzate utilizzando una bellissima pietra arenaria bluastra, conferendo all’edificio un aspetto raffinato e distinto. La scelta dei materiali e l’attenzione ai dettagli sono un’ulteriore testimonianza dell’estetica sofisticata di Magnago Lampugnani e del suo impegno per creare spazi architettonici di grande valore.
Attraverso la sua analisi culturale e la sua visione architettonica, Vittorio Magnago Lampugnani ha contribuito a riflettere sulle complesse dinamiche di Berlino e ha reso omaggio alla città con la creazione di un edificio di grande eleganza e significato.
La sua opera rappresenta una testimonianza tangibile dell’evoluzione di Berlino e della sua resilienza nel superare le sfide storiche.
RENZO PIANO – il portabandiera degli architetti italiani a Berlino
Senza dubbio, Renzo Piano (1937) è il più rappresentativo, il “portabandiera” e il geniale “problemsolver” italiano a Berlino ed ha contribuito a modellare l’architettura contemporanea di Berlino.
Il suo concetto progettuale a Potsdamer Platz, sia a livello urbanistico che architettonico, lo dimostra in modo eloquente. Parte da una relazione attenta con le preesistenze, come la Haus Huth, con un tocco leggero e crea un’estensione di città piacevolmente vivibile sotto ampi portici, permeati da un calore umano davvero italico nell’uso del mattone e del laterizio.
Piano ha saputo creare, attraverso un’estesa pianificazione del lotto, un’area equilibrata che unisce vita, lavoro, residenza, intrattenimento, gastronomia e shopping. L’intero quartiere offre condizioni ideali come sede per uffici, con un’ampia scelta di opzioni gastronomiche dove mangiare a Berlino durante la pausa pranzo e il tempo libero, oltre a comodi alloggi per gli ospiti nei top hotel e la possibilità di pianificare serate rappresentative.
Il tutto è ben collegato grazie alle molteplici linee di trasporto pubblico di Berlino che si intersecano proprio in questa piazza. I suoi due grattacieli, posizionati alle estremità del complesso voluto dalla Daimler, testimoniano l’imponenza e l’elevata qualità dell’intervento!
Inoltre, seguendo la tradizione berlinese legata all’acqua, ai canali e ai fiumi, Piano ha previsto la presenza di specchi d’acqua alla base degli edifici e lungo i percorsi, creando un ambiente naturale equilibrato e piacevole. L’equilibrio e l’armonia sono quindi i sentimenti che emergono da questo progetto straordinario.
Renzo Piano, con la sua maestria architettonica, ha saputo combinare l’urbanistica e il dettaglio architettonico in modo impeccabile, creando un luogo dove la qualità della vita si fonde con l’estetica. La sua presenza a Berlino ha lasciato un’impronta significativa e ha arricchito il panorama urbano della città. Senza dubbio, il suo talento nel risolvere problemi complessi e la sua capacità di creare spazi equilibrati e armoniosi sono un’ispirazione per l’intera comunità architettonica.
RICHARD ROGERS – L’avanguardia tecnologica a Berlino
Richard Rogers (1933-2021), originario di Firenze e naturalizzato inglese, è stato l’architetto che ha progettato il famoso Centre Pompidou di Parigi insieme a Renzo Piano.
A Potsdamer Platz, Rogers ha creato un ensemble gemello, composto da due edifici per uffici e uno per la residenza, che si distingue come un’opera unica e sorprendente nell’architettura internazionale. Fin dal primo sguardo, le facciate ipertecnologiche sembrano una visione del futuro, impressione confermata all’interno degli edifici stessi.
L’abile fusione di trasparenza, alta tecnologia ed ecologia diffusa crea condizioni ambientali e di lavoro all’avanguardia. La silhouette futuristica su Linkstraße si erge con maestria accanto alla casa restaurata Huth. Le lamelle giallo vivo delle torri cilindriche laterali si adattano automaticamente all’incidenza della luce per creare e mantenere all’interno un clima costante. Le stanze panoramiche nella rotonda rendono ogni riunione un’esperienza indimenticabile.
L’atrio verde, attorno al quale gli spazi degli uffici si raggruppano e si affacciano, crea un microclima ricco di ossigeno. Il sistema high-tech del tetto di vetro controlla automaticamente l’apporto di aria e la temperatura della grande hall. L’edificio organico, con un forte carattere personale, risulta sorprendentemente armonico con tutto il resto, suscitando un effetto “wow”.
Richard Rogers ha saputo unire l’avanguardia tecnologica all’estetica architettonica, creando un’opera che si distingue per la sua originalità e funzionalità. Le sue creazioni a Potsdamer Platz rappresentano una testimonianza tangibile della sua genialità e del suo impegno nel plasmare il futuro dell’architettura. L’ensemble architettonico di Rogers è un’icona di innovazione e armonia, confermando la sua posizione di rilievo nel panorama architettonico mondiale.
FRANCO STELLA – La rinascita del Castello di Berlino
Franco Stella (1943), vincitore del concorso del 2008 per il nuovo Castello di Berlino – Humboldt Forum, ha realizzato un edificio che aspira a essere “un luogo d’incontro con le culture del mondo”, dedicato ai fratelli Humboldt.
Si tratta di una struttura che rievoca in parte lo stile barocco, riprendendo l’unità stilistica storica del castello dei secoli XVII e XVIII progettato dagli architetti Schlüter ed Eosander, con l’aggiunta della cupola ottocentesca di Stüler. Tuttavia, pur richiamando l’antica immagine perduta, il Castello di Berlino si presenta in una forma moderna e contemporanea.
La nuova costruzione è composta da cinque nuovi corpi di fabbrica: uno situato all’esterno, nell’area delle fabbriche tardo-gotiche e rinascimentali del castello, e gli altri quattro nell’area dell’Eosanderhof. Il nuovo corpo di fabbrica, rivolto verso la Sprea, è concepito come una “quarta ala” dell’edificio ricostruito, completando l’idea originale di Schlüter di trasformare il Castello in un palazzo unitario, quasi come quelli romani.
Di conseguenza, il fronte che si affaccia sulla Sprea si presenta come una facciata di logge, che conferisce all’edificio un carattere pubblico. I quattro nuovi corpi interni, posizionati in relazione ai tre portali ricostruiti, completano lo Schlüterhof come una piazza-teatro, secondo l’intenzione di Schlüter, e danno forma a due nuovi cortili-piazza: lo Schloss-Passage e il Großes Foyer. Il primo ricorda un antico Foro con una ‘via colonnata’ che collega i due portali dell’originario ingresso e uscita del Castello; il secondo è una sala cubica di 30 metri di lato che evoca un teatro, con un vero e proprio “fronte di scena” caratterizzato da un portale disegnato da Eosander ispirato agli archi di trionfo dell’antica Roma e da “palchi per gli spettatori” rappresentati da moderni loggiati disposti sugli altri tre lati. In questo contesto, il linguaggio architettonico moderno diventa un elemento distintivo dell’identità di ogni spazio.
In sintesi, il nuovo Castello di Berlino progettato da Franco Stella può essere descritto come un brano di città sotto forma di palazzo, pensato per accogliere tre milioni di visitatori all’anno e per arricchire la vita quotidiana di migliaia di berlinesi. Attraverso i suoi portali sempre aperti, le piazze esterne si fondono con i cortili interni in uno spazio pubblico unico nel cuore pulsante della città proprio all’Isola dei Musei di Berlino.
Alcuni frammenti di pietra originale sono stati restaurati e conservati nella loro condizione attuale, mentre la maggior parte è stata ricostruita nella sua completezza originale. Alcune statue o altorilievi storici, danneggiati e anneriti dalla guerra, sono conservati ed esposti come reliquie. Allo stesso tempo, enormi spazi interni del complesso, che coprono una superficie utile complessiva di ben 42.000 metri quadrati, sono stati ridisegnati e modernamente attrezzati per il loro nuovo scopo. La disposizione delle strutture non limita la possibilità di vivere e ricostruire in futuro ambienti di particolare valore storico-artistico.
Il piano terra ospita luoghi di interesse pubblico generale, come il Großes Foyer, sale per spettacoli, riunioni e mostre temporanee, la sala delle sculture originali, bookshop, vari ristoranti e caffè che si affacciano e animano i cortili.
Al primo piano si trovano le sale espositive di un museo speciale dedicato alla città di Berlino e all’Università Humboldt. Al secondo e terzo piano si trovano il Museo Etnologico e il Museo dell’Arte Asiatica, oltre a vari laboratori di ricerca e restauro.
Nei seminterrati, una porzione di circa 1.500 metri quadrati ospita i resti delle cantine del Castello. L’area rimanente, compresi i piani del sottotetto che coprono una superficie complessiva di oltre 16.000 metri quadrati, è destinata agli impianti tecnici.
Da segnalare che sopra il piano di copertura si eleva il padiglione di un caffè-ristorante, circondato da una terrazza con una vista panoramica sulla città. Il nuovo Castello di Berlino offre suggestioni ed emozioni sulla Berlino storica, garantendo un’esperienza unica per i visitatori e un luogo vibrante nel cuore della città.
Franco Stella ha dato vita a una rinascita architettonica, ricreando l’immagine di un edificio storico con un linguaggio contemporaneo e una visione moderna. Il suo progetto rappresenta un’importante aggiunta al panorama architettonico di Berlino, unendo l’antico e il nuovo in un equilibrio armonioso. Il Castello di Berlino, con la sua imponente presenza e la sua funzionalità contemporanea, sarà un punto di riferimento per la città e un luogo di scoperta e incontro tra culture del mondo.
Conclusione
Gli architetti italiani hanno lasciato un’impronta indelebile sull’aspetto di Berlino, arricchendo la città con il loro genio creativo e il loro amore per l’estetica. Dall’imponenza di Renzo Piano al carattere poetico di Aldo Rossi, ogni architetto ha contribuito a plasmare il paesaggio urbano di Berlino in modi unici.
L’influenza italiana a Berlino è una delle tante testimonianze della capacità, insite nella buona architettura, di riuscire a sviluppare al meglio le opportunità presenti, ad attraversare le frontiere e a lasciare una benevola e duratura impronta sulle città in cui si inserisce e che poi, di fatto, va a costituire e caratterizzare.
A noi, amanti e visitatori di Berlino, il compito ed il piacere di raccoglierne la bontà.
Io sono Paolo Brasioli, architetto, co-titolare con Elena dello studio quattro|architectura, e guida turistica per passione.
Vivo a Berlino già da tempo e amo raccontare questa città così affascinante e ritrarla nei miei disegni come quello presente in questo articolo.
Buon viaggio e buona esplorazione architettonica e chissà, magari ci conosceremo personalmente proprio in un tour!
Per scoprire ulteriori dettagli sull’autore di questo articolo, ti invitiamo a visitare il suo profilo con un semplice clic: Paolo Brasioli.