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Un viaggio musicale a Berlino, con le note che caratterizzano i luoghi simbolo della capitale tedesca.

Berlino e le Note della Storia – un Viaggio Musicale tra i luoghi iconici della città.

Ciao a tutti, sono Paolo, guida di Berlino e architetto appassionato di musica.

La musica è la compagna perfetta di ogni viaggio. Nessun’altra forma d’arte ha il potere di trasmettere sensazioni ed emozioni, è una lingua universale che parla direttamente al cuore e all’anima, evocando ricordi, creando atmosfere e trasportandoci in luoghi lontani.

Quando si tratta di esplorare una città come Berlino, ricca di storia, cultura e contrasti, la musica diventa una compagna preziosa che arricchisce e completa l’esperienza di viaggio.

Ogni brano trasmette le emozioni e le atmosfere dei luoghi che visitiamo, arricchendo l’esperienza di viaggio e rendendo ogni tappa memorabile. Berlino è una città che vibra di contrasti e storia, e attraverso la musica possiamo veramente coglierne l’anima.

Benvenuti in un viaggio indimenticabile tra le melodie e i luoghi iconici che percorriamo, passo a passo, con il nostro Tour gratis di Berlino.

Potsdamer Platz n.10 – Bertolt Brecht e Kurt Weill: “Berlin im Licht”

Partiamo proprio dal nostro punto di ritrovo dei nostri tour in Potsdamer Platz 10. Qui sorgeva la Vaterhaus/Kempinsky, un edificio che brillava di mille luci e dava vita alle notti berlinesi della Belle Époque.

Nel 1928, durante una grande esposizione cittadina a fini pubblicitari che aveva l’obiettivo di illuminare gli edifici e le strade, Bertolt Brecht e Kurt Weill composero la canzone “Berlin im Licht” (Berlino illuminata). Questo brano doveva incarnare lo spirito dell’evento, trasmettendo il senso di avanguardia e modernità dell’epoca, oltre alla rinascita culturale dopo la crisi del primo conflitto mondiale.

Immaginiamo questa melodia risuonare intorno all’edificio, oggi ricostruito in stile minimal-modernista dall’architetto Giorgio Grassi.

Potsdamer Platz – Roger Waters: “The Wall

Attraversiamo la piazza dove un tempo sorgeva la stazione ferroviaria Potsdamer Bahnhof, capolinea della più antica linea ferroviaria della Germania. Ci dirigiamo verso la superstite Haus Huth, un tempo enoteca con ristorante frequentato da letterati e attori.

Fantastico ed armonico ci appare l’inserimento di Haus Huth nel complesso della nuova Potsdamer Platz, il quartiere progettato principalmente dagli architetti Renzo Piano, Richard Rogers, Kollhoff, Arata Isozaki ed Helmut Jahn.

Questo luogo, fino al 1989, era parte della “striscia della morte” del Muro e fino a poco tempo prima della partenza dei cantieri, in una Berlino appena nominata nel 1991 capitale della Germania Unita, era un desolato pratone fangoso.

Proprio questo prato fangoso, il 21 luglio del 1990, divenne il palcoscenico per l’epico concerto “The Wall” di Roger Waters. Ben 350.000 emozionati spettatori si riunirono qui per celebrare la caduta del Muro, insieme a milioni di altri che seguirono l’evento tramite radio e televisione in 52 paesi.

Un concerto di forte impatto scenico, come dimostrarono lo spettacolo pirotecnico all’apertura, gli attori-soldati nella seconda parte dello spettacolo e, ovviamente, il crollo del Muro di Berlino che faceva da fondale scenografico al termine di The Trial, in seguito al quale venne eseguita “The Tide is Turning“, incisa da Waters!

Hansa Tonstudio – David Bowie: “Heroes”

Adesso ci dirigiamo sul rettifilo che ne mostra il percorso del Muro, e incontriamo Kothener Straße, a distanza, visibile proprio dalla strada, scorgiamo gli Hansa Studio con la mitica Meistersaal, la sala di registrazione che annovera personalità come Bono, David Bowie, Nick Cave e Iggy Pop.

Si tratta di un luogo intriso di storia musicale e culturale. È proprio qui che David Bowie, ispirato dalla vista della “striscia della morte” dal settore inglese, compose la celebre canzone “Heroes” nel 1977.

Bowie, guardando quello spazio desolato tagliato dal Muro, descrisse la sua musica come: “il canto innamorato dell’ultimo romantico affacciato su un mondo oramai distrutto!”. Sarebbe dovuto passare infatti oltre un decennio per vedere la caduta del Muro e la rinascita architettonica di quello spazio.

Detlev-Rohwedder-Haus – Lale Andersen: “Lili Marleen”

Arriviamo all’immenso edificio del Reichsluftfahrtministerium che fu del Ministero dell’aviazione del Terzo Reich. Questo palazzo ci riporta, con l’inconfondibile stile massiccio ed autoritario, al periodo del nazionalsocialismo.

Qui, per ammorbidire l’atmosfera, possiamo immaginare di sentir risuonare la famosa canzone “Lili Marleen” il cui testo era sì della Prima guerra mondiale ma la cui registrazione è avvenuta nel 1938 quando fu cantata da Lale Andersen.

Il titolo di “Lili Marleen” fu dato nel 1939. La canzone divenne popolare tra i militari, ma il testo non era molto apprezzato dal partito perché giudicato antimilitarista, e la storia del soldato che pensa al fronte con malinconia al suo amore lontano non era adatta a stimolare lo spirito combattivo.

Durante la Seconda guerra mondiale emittenti militari tedesche trasmettevano tutte le sere alle 22 “Lili Marleen”, ascoltata con nostalgia e commozione non solo dai soldati tedeschi, ma anche dai loro nemici.

Nel 1942 fu incisa in italiano dalla cantante Meme Bianchi, e poi la diva cantante ed attrice berlinese Marlene Dietrich, fuggita negli Stati Uniti, cantò la canzone per le truppe alleate e con la sua voce contribuì alla popolarità tra i soldati di tutte le nazionalità!

In questo scenario, ascoltando queste note e queste parole, possiamo apprezzare la forza universale della musica al di là delle frontiere e delle guerre.

Check Point Charlie  – Lucio Dalla: “Futura”

Sempre percorrendo la doppia linea di sanpietrini che mostra il percorso del Muro arriviamo ad un suo lungo tratto originale (altri due tratti sono visitabili con il nostro Tour Berlino Comunista e Muro), e da lì scendiamo fino al Checkpoint Charlie, il famoso punto di controllo per il difficile passaggio di frontiera tra Berlino Est e Berlino Ovest.

Qui, tra le tensioni della Guerra Fredda e l’oppressione palpabile, Lucio Dalla trovò ispirazione e compose nel 1979 “Futura”, una canzone speranzosa che parla di un amore destinato a un futuro migliore.

Proprio al Checkpoint Charlie, egli si interrogò, come uomo e come artista, su alcune delle questioni più profonde e universali che un individuo confinato al di là di un Muro poteva esperire.

Quartiere di Mitte – Felix Mendelssohn Bartoldy: “Sinfonia Hymnus”

In questa parte del quartiere di Mitte abitava nei suoi soggiorni berlinesi il compositore tedesco Felix Mendelssohn Bartoldy che seppur scomparso giovane compose tantissime elegantissime musiche e seppe anche riportare in giusta considerazione il grande Johannes Sebastian Bach.

Sua è la famosissima “Marcia Nuziale” in Do maggiore, scritta nel 1842, che è uno dei pezzi più noti dalla sua suite di musica per la scena (Op. 61) all’opera teatrale di Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate”.

Mentre passeggiamo nel più centrale fra i quartieri di Berlino possiamo ascoltare la “Sinfonia n. 2 in Si bemolle maggiore, Op. 52″, conosciuta anche come “Sinfonia Hymnus”, che Mendelssohn compose per celebrare il 400º anniversario della stampa della Bibbia da parte di Gutenberg nel 1832. Cosa sarebbe stato di Berlino e della Prussia senza lo scisma di Lutero e l’invenzione della stampa?

Führerbunker – Stephan Zacharias: “Hoffnung am Ende der Welt

Poi con sorpresa si arriva ad un anonimo parcheggio, si tratta del luogo dove furono eretti il Bunker e la Cancelleria del Terzo Reich, e dove si può affermare che il più grande conflitto della storia si sia di fatto concluso, almeno sul suolo europeo.

Qui possiamo ascoltare la colonna sonora del film “La Caduta”, con il leggendario attore Bruno Ganz, e il toccante brano “Hoffnung am Ende der Welt” (Speranza alla fine del mondo) del musicista Stephan Zacharias.

Memoriale agli Ebrei assassinati in Europa – Harald Weiss: “Prima di tacere”

Poco dopo, nell’orizzonte urbano, emerge una distesa apparentemente infinita di 2711 grigi parallelepipedi. È il Memoriale agli Ebrei assassinati in Europa durante il nazismo, un’architettura scultorea concepita dall’architetto Peter Eisenman.

Quest’opera evoca uno stato d’animo che si traduce in volume, invitando ogni visitatore a riflettere nell’intimità e nel silenzio.

Per arricchire l’esperienza, possiamo lasciarci guidare dalle suggestive note di “Vor dem Verstummen, (Prima di tacere) del compositore Harald Weiss, che ha prodotto una colonna sonora appositamente per questo luogo.

Porta di Brandeburgo – Johann Gottfried Piefke: “Preußens Gloria”

Giunti alla Porta di Brandeburgo, voluta da Federico Guglielmo II di Prussia e alla Pariser Platz, è la musica delle marce militari ad invitarci ad attraversarla.

Dopo le tante marce del Regno di Prussia, e la parentesi francese con la conquista di Napoleone del 1806, la attraversiamo con la “Preußens Gloria“, una marcia musicale composta nel 1871 da Johann Gottfried Piefke dopo la vittoria che portò all’unificazione degli stati tedeschi nel nuovo Impero tedesco nato proprio nel 1871.

La marcia fu eseguita per accogliere i soldati prussiani di ritorno dalle vittoriose campagne militari. In seguito, fu eseguita solo in occasioni importanti e spesso proprio qui alla Porta di Brandeburgo. La “Preußens Gloria” è diventata una delle marce tedesche più conosciute e una delle più suonate anche attualmente dall’esercito tedesco.

Staatsoper – Johann Sebastian Bach: “Offerta Musicale”

Dirigendosi da qui verso l’Isola dei Musei, questa volta sulle orme del Tour Berlino Monumentale incontriamo sul viale Unter den Linden la bellissima statua equestre di Federico il Grande.

Egli fu un abile stratega, attento governante e appassionato delle arti, della filosofia e della musica. Compose numerose sinfonie e concerti per flauto, dimostrando la sua virtuosità come suonatore. Risiedeva spesso nel suo castello di SansSouci, a Potsdam, e intratteneva rapporti con il maestro di Lipsia Johann Sebastian Bach.

Durante un viaggio a Potsdam, chiese a Bach di improvvisare una fuga su un tema da lui suggerito, che successivamente ispirò Bach nella composizione dell’Offerta Musicale (Das Musikalische Opfer BWV 1079), dedicata proprio a Federico.

La Staatsoper di Berlino, situata nel Foro Federiciano sul viale Unter den Linden, è stata e continua ad essere il palcoscenico di opere e concerti. Sul timpano si può leggere “FEDERICVS REX APOLLII ET MVSIS”, un omaggio alla regalità di Federico e alla sua passione per le arti.

Humboldt Forum – Johann Sebastian Bach: “Concerti brandeburghesi”

Adesso, alla fine del viale, si erge imponente il recentemente inaugurato Humboldt Forum, una ricostruzione del Castello della città.

Entrandovi e ammirando il sapiente accostamento e l’equilibrio armonico tra gli elementi architettonici storici e quelli moderni, firmati dall’architetto italiano Franco Stella, si può evocare la musica dei celebri “concerti brandeburghesi” di Johann Sebastian Bach.

Questi sei concerti, composti nel ducato della vicina Sassonia nel 1721 e dedicati al margravio Cristiano Ludovico di Brandeburgo-Schwedt, si armonizzano con le superfici architettoniche ritmate e sembrano propagarsi dalle trombe degli angeli che adornano gli stemmi imperiali.

Se ami la musica classica ti consiglio di leggere anche l’articolo sui 5 luoghi imperdibili dove ascoltare musica classica a Berlino.

Due dediche speciali per il tuo Viaggio Musicale a Berlino

Ed ora, per concludere, permettetemi di offrire la personale doppia dedica a tutti voi ospiti di GUIDEinTOUR.

Hildegard Knef: “Dovrebbero piovere rose rosse”

La prima è: “Für mich soll’s rote Rosen regnen“, che significa: “Per me dovrebbero piovere rose rosse”, il titolo di una romantica canzone del 1968 di Hildegard Knef.

La musica e l’arrangiamento sono di Hans Hammerschmid. Nel 1992, Hildegard Knef ha riregistrato il brano con un carattere rock, ottenendo un successo durato ben 22 settimane nelle classifiche tedesche.

Scritta poco dopo la nascita di sua figlia, è considerata la canzone identificativa di Hildegard Knef, che fu la prima attrice tedesca ad approdare a Hollywood nel secondo dopoguerra, e una delle pochissime artiste europee ad aver lavorato anche a Broadway.

Mstislav Leopol’dovič Rostropovič: concerto spontaneo a Berlino

E la seconda è un’immagine che risveglia profonde emozioni nel cuore di tutti noi, portando con sé le note dello spirito e dell’energia berlinese.

È la figura di Mstislav Leopol’dovič Rostropovič, sovietico ed esule negli Stati Uniti per dissenso con il regime, che suona il suo prezioso violoncello Stradivari Duport del 1711 sotto il Muro, tra increduli e gioiosi ragazzi che, da pochissime ore, era infatti l’11 novembre 1989, avevano finalmente varcato il Muro dopo 28 anni.

Affettuosamente soprannominato “Slava”, Rostropovič dichiarò dopo questa spontanea performance: “Quel maledetto Muro ha diviso la mia vita, è stata una lacerazione per il mio cuore… e davvero, dopo quel giorno, le mie due vite si sono riunite”.

Sedutosi sotto i resti del Muro, improvvisò un concerto con alcune suite di Bach, tutte in tonalità maggiore, perché per i berlinesi, dopo oltre 28 anni di vita in tonalità minore, era finalmente giunto il momento della gioia.

La musica, come sempre, seppe unire ed esaltare gli animi, in un momento di straordinaria commozione!

Io sono Paolo Brasioli, architetto, co-titolare con Elena dello studio quattro|architectura, e guida turistica per passione.

Vivo a Berlino già da tempo e amo raccontarla. Buon viaggio e buona esplorazione con questo viaggio musicale tra le strade delle città!

Chissà, magari ci conosceremo personalmente proprio in uno dei nostri fantastici tour!

Per scoprire ulteriori dettagli sull’autore di questo articolo, ti invitiamo a visitare il suo profilo con un semplice clic: Paolo Brasioli.

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